Umberto Pagano , Frammenti di un discorso alimentare.
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ISBN: 9788849851168
Umberto Pagano , Frammenti di un discorso alimentare.
€ 12,00€ 11,40
Un testo sul cibo che cambia e su come cambia il nostro rapporto col cibo. Ma ogni discorso su ciò che mangiamo è, in fondo, una prospettiva privilegiata per ragionare su come noi stessi siamo e cambiamo, in una società in cui da un lato rimane vero il detto di Feuerbach per il quale «l’uomo è ciò che mangia e mangia ciò che è», ma dall’altro è altrettanto vero – forse oggi più che mai – che l’uomo è soprattutto ciò che non mangia. L’alimentazione è un fenomeno altamente complesso nel quale il cibo in sé è poca cosa rispetto alla vastità degli aspetti relazionali e simbolici sottesi. Come scegliamo oggi ciò che mangiamo e non mangiamo? Fino a che punto sono libere le nostre scelte alimentari? E cosa significano? Un’analisi socioculturale alla ricerca di come e perché il cibo unisce e divide, conforta e ossessiona, salva e uccide.
Il concetto di diritto è da sempre materia di controversia. La modernità vuole chiudere questa col riferimento al fatto del diritto positivo, sia la legge d’un sovrano, o la decisione del giudice, o una mera convenzione o consuetudine o forza. La fattualità risolverebbe la questione della giuridicità. Di questo tratta il libro e delle dottrine che sul punto si arrovellano e ammoniscono l’orgoglio del giurista come operatore neutrale e “scientifico”.
La caratteristica più evidente dello spazio pubblico interculturale è quello di offrire ai soggetti che compongono la complessità la chance di integrare, senza demolire, il contesto di riferimento. La cifra politica di questo nuovo modo di intendere la convivenza civile parte dal presupposto che la persona umana rappresenta la “posta in gioco” più preziosa da preservare e che le comunità, i gruppi, le organizzazioni, hanno il compito di supportare questa risorsa senza pretendere di egemonizzare il rapporto con i poteri pubblici. Sulla base di questo presupposto, chiunque può ritrovare le ragioni per non considerarsi “estraneo” ovunque risieda, valorizzando il proprio bagaglio culturale all’interno di una dimensione inclusiva e non respingente. Compito del diritto interculturale sarà quello di “tradurre” le dinamiche del confronto in regole progressivamente accessibili, facili da declinare perché flessibili, senza imporre modelli rigidi frutto di una visione della società fortemente condizionata da canoni monoculturali. L’islam rappresenta una buona cartina di tornasole per verificare come la democrazia costituzionale si predispone a guidare i grandi cambiamenti in corso. E l’Europa, quella dei diritti e delle libertà fondamentali, attraverso i suoi documenti e l’azione dei suoi tribunali, si presenta come lo spazio politico-istituzionale e ordinamentale più importante per analizzare fino a dove e attraverso quali soluzioni è possibile spingersi per dare risposte ai problemi della post-modernità.
Oggetto di questo libro è la ricostruzione di alcuni “anni di vita” di un gruppo di studiosi: il cosiddetto gruppo di Portici. Parliamo, cioè, di quel gruppo che – con sede alla facoltà di Agraria di Portici – nel periodo dall’immediato dopoguerra fino ai primi anni ’60, ha costituito un punto di riferimento per gli studiosi italiani e per quelli stranieri in una serie di ricerche interdisciplinari (economia e politica agraria, botanica, agronomia, sociologia). Alcuni li hanno definiti un gruppo di amici, altri un gruppo di studiosi all’avanguardia, per altri ancora si è trattato di un gruppo di folli, per qualcuno – addirittura – di un gruppo di collaboratori della CIA. Per molti si è trattato di un gruppo di studiosi che, a vario titolo e da diversi approcci e punti di vista, con il loro lavoro hanno gettato le basi della sociologia italiana.
Nel quadro dell’Unione europea la Calabria si presenta, all’inizio del nuovo millennio, come una regione ‘in ritardo di sviluppo’. Questa regione ha conosciuto, nella seconda metà del Novecento, una straordinaria modernizzazione sociale non accompagnata, però, dalla formazione di una struttura produttiva capace di sostenere le aspirazioni di una società in rapido cambiamento. Il volume prende in esame, in una prospettiva di lungo periodo, il percorso di sviluppo economico calabrese evidenziandone i tratti peculiari, i nodi ancora irrisolti, i mutamenti recenti. Vengono considerati, attraversol’andamento di numerosi indicatori socioeconomici, gli aspetti demografici e il mercato del lavoro, le principali grandezze macroeconomiche e i settori produttivi; il volume è completato da un’appendice statistica.
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